Le fobie

Eccomi, Eccoci, mi sono accorto che non ne avevamo ancora parlato.

C’è qualcosa che ti fa davvero paura? Questo qualcosa è davvero pericoloso? Eviti di fare delle cose per evitare di poter avere a che fare con quel qualcosa lì?

Ti rendi conto che esageri?

Ecco, potresti avere una fobia.

Cos’è una fobia?

In psicologia, le fobie forse sono tra le cose più studiate e tra le cose che si conoscono meglio. Risolverle prevede interventi abbastanza lineari e semplici. A meno che…

Ormai lo sai, Da sempre gli psicologi si chiedono: quali sono le emozioni principali? In che modo il nostro patrimonio genetico determina il modo in cui proviamo le nostre emozioni? In che modo il contesto influenza il modo con il quale proviamo le nostre emozioni?

Benissimo, e quindi sappiamo che la paura è un’emozione di base e primaria, che alcune delle cose di cui abbiamo paura sono biologicamente determinate e che altre possono essere apprese.

Per farla breve. Nasciamo geneticamente predisposti a provare paura per alcune cose. Queste cose che ci fanno ragionevolmente e geneticamente paura senza bisogno di scoprirle con l’esperienza ci hanno permesso di sopravvivere come specie. Evitare queste cose ci ha tolto dai guai. Queste cose sono: le altezze, i suoni forti, le cose veloci, incontrollabili ed imprevedibili e il buio. La ragione è ovvia. Immagina di vivere nella giungla di 10000 anni fa. Evitare le cose che ho appena detto probabilmente ha fatto sopravvivere i nostri antenati. Un rumore forte poteva essere una bestia feroce. Una cosa veloce e imprevedibile poteva essere un insetto super velenoso, ecc…ecc… .

Se quindi alla vista di un leone nella Savana scappiamo, sicuramente non lo facciamo perché abbiamo una fobia. Avere una fobia significa avere irrazionalmente paura di qualcosa. Le fobie sono una brutta cosa ed è brutto il modo con il quale si fissano nella nostra mente.

Le fobie specifiche sono causate da cose che irragionevolmente ci paralizzano e compromettono la qualità della nostra vita. Ti immagini di avere un appuntamento importante e arrivare al tredicesimo piano tutto sudato e col fiatone? Quelli pensano, ma è rincoglionito? E poi perché non dovrei prendere l’ascensore, perché penso che dentro potrei sentirmi male e nessuno potrebbe soccorrermi soprattutto se si blocca oppure perché potrebbe precipitare ed io morire nello schianto? Cambia tutto. Nel primo caso sono io debole, nel secondo è l’ascensore pericoloso. Nel primo caso probabilmente ho un problema d’ansia più complesso che mi farà evitare tante cose, nel secondo ho invece una fobia specifica.

È emblematico il caso del piccolo Albert. Magari se ti va, lo approfondisci cercando su google piccolo albert. Devi solo sapere che c’è stato un momento nella storia dell’umanità in cui gli scienziati potevano fare quello che volevano. Avevano carta bianca su tutto. Senza chiacchiere. Quindi c’era chi inventava la bomba atomica e c’era chi terrorizzava i bambini. Per farti capire, un mio amico, Jhon Watson si era fissato col piccolo Albert. Jhon voleva capire in che modo si poteva insegnare la paura.

Lo sai che ha fatto Watson ad Albert? Lo ha condizionato. Ha reso fobici alcuni stimoli che erano neutri. Cioè gli ha fatto terribilmente temere alcune cose che prima non scatenavano nessuna reazione negativa.  Sai come? Praticamente Albert era bello tranquillo, gli piacevano topolini e coniglietti bianchi. Quando glieli avvicinavano li accarezzava. Ad un certo punto però Watson appena Albert rideva o tentava di prendere gli animali, faceva un botto assurdo con qualcosa. un rumore assordante. Giustamente Albert aveva paura del rumore e piangeva, ce lo siamo detti. Che dobbiamo avere paura del rumore è scritto nei nostri geni. Piano piano Albert ha cominciato ad avere una paura assurda per tutto quello che era bianco, peloso e soffice perché piano piano la sua mente non ha più distinto tra rumore assurdo e cosa bianca e soffice. Perché se quando vedi un bel topolino bianco, io faccio un rumore assurdo e tu salti in aria, ad un certo punto salti in aria anche alla sola vista del topolino bianco. Magari prima il topolino anticipa il rumore, ma ad un certo punto il rumore non serve più. E ad un certo punto sono alcune caratteristiche significative che vengono generalizzate, come il pelo bianco. E quindi ad un certo punto Albert era terrorizzato anche da una maschera di babbo natale.

Inoltre ogni fobia può essere determinata da paura e disgusto miscelate in diverse misure.

Ogni fobia ha uno stimolo “fobico” specifico. Ad esempio chi ha la fobia degli scarafaggi, ad un certo punto può avere la fobia degli insetti. Lo stimolo da semplice viene quindi generalizzato.

E ogni stimolo può avere diverse caratteristiche qualitative e quantitative.

Ad esempio hai la fobia dei cani? Di una razza in particolare? (qualitativo), oppure solo se il cane è troppo vicino o abbastanza grande a prescindere dalla razza? (quantitativo). Di solito caratteristiche qualitative e quantitative dello stimolo si influenzano a vicenda e peggiorano se non si interviene.

Inoltre le fobie specifiche non sono solo per le cose o per gli animali ma possono anche essere per i posti e le situazioni. Ad esempio paura dei piani alti o paura di quando piove.

Ma perché è così difficile superare le proprie fobie?

Perché anche se sappiamo che non c’è motivo razionale di avere paura ce l’abbiamo lo stesso.

Anche questo non è complicatissimo. Se hai visto gli altri video, capirai che i processi cognitivi ed emotivi anche nelle fobie sono gli stessi.

La fobia non si apprende con la ragione ma con l’emotività.

Quando siamo terrorizzati la risposta automatica e la fuga. Appena scappiamo e siamo salvi il terrore scende.

Nel momento in cui il nostro corpo impara che con quel comportamento (fuga ed evitamento) stiamo bene, la nostra mente memorizzerà quel comportamento come un comportamento vitale da agire in automatico quando si presenta lo stesso stimolo e la stessa tensione emotiva. È inutile dire quindi: “tranquillo non succede niente”; in quel momento lì, il fobico non reagisce ad un pensiero, reagisce ad uno stato di tensione emotiva estrema.

Per questo motivo il trattamento delle fobie è un trattamento “tecnico”. Con le fobie le chiacchiere contano poco e contano all’inizio, il resto è esperienza. Se le fobie sono il risultato di esperienze, solo nuove esperienze possono risolvere il disagio. Ad esempio, controllare i processi automatici di evitamento e fuga. Esporsi gradualmente o di botto a quello che caratterizza la fobia. Ecc… e si aspetta di abituarsi.

Traduciamo? Immagina di avere paura delle siringhe. Hai la siringofobia. Basta mettere una parola qualsiasi prima della parola fobia ed è perfetto. Meglio se in greco. Comunque, immagina di avere la fobia delle siringhe, le siringhe potrebbero essere intrinsecamente pericolose. Cioè quella di poter bucare la nostra pelle è una loro proprietà. Ma se la siringa è poggiata sulla scrivania, è rischioso? No. Cioè ti può bucare da sola? Ma manco per idea. Però tu, già alla vista della siringa, sudi. Ok. Facciamo finta che vuoi superare la fobia. Facciamo finta che per cominciare devi tollerarne la vista. Oppure magari la vista senza ago. Possiamo semplificare quanto vuoi, arrivare al modo e al momento in cui quella cosa che è paragonabile ad una siringa non ti fa niente. Bene quello è solo l’inizio. Oppure, vuoi esagerare? Vuoi risolvere la cosa velocemente? Riempi un secchio di siringhe e buttatelo addosso.

Sto scherzando non improvvisare. Era solo per capirci. Hai presente quando senti in televisione queste cose qui non sono consigli o suggerimenti ma l’unico suggerimento e quello di rivolgersi ad un professionista? Benissimo. Ogni fobia è una fobia a se. Quindi rivolgiti ad un professionista che sa fare le cose.

Intanto se questo video ti è stato utile mi farebbe piacere se ti iscrivessi al canale per rinnovare la mia motivazione a continuare. Grazie. Ciao.