Come si impara il pessimismo?

Sinteticamente “il pessimismo si apprende”.

In un vecchio e ormai storico esperimento, dello Psicologo Martin Seligman, furono selezionati 3 gruppi di cani da esporre in due cornici laboratoriali consequenziali.

Nel primo step, il primo gruppo veniva esposto a delle scariche elettriche che potevano essere interrotte quando casualmente veniva premuto un bottone.

Il secondo gruppo veniva a sua volta esposto a delle scariche ma non poteva fare niente per mettervi fine. Le scosse si sarebbero arrestate per caso quando il primo gruppo agiva al riguardo.

Al terzo gruppo non veniva sottoposta nessuna scarica.

Nel secondo step, stessi gruppi, stessi cani ma la cornice fu leggermente diversa: due box adiacenti separati da un piccolo muretto discretamente facile da saltare con le scosse da una parte e dall’altra no.

Nel primo gruppo, un numero altamente significativo di cani evitò le scosse saltando il muretto.

Nel secondo gruppo, quasi nessuno saltò il muretto per evitare le scosse ed i cani accasciarono aspettando.

Nel terzo gruppo, la maggior parte saltarono il muretto.

Cosa fanno le persone?

Quest’esperimento così geniale dimostrò sistematicamente come l’impotenza possa essere insegnata e quindi appresa.

Il secondo gruppo imparò che  niente, in loro, era possibile per cambiare la propria situazione: non agivano ed aspettavano con rassegnazione il cambiamento.

Nel secondo gruppo solo un numero irrisorio di animali saltarono il muro: i più determinati.

Quanti di noi vivono una condizione rassegnata all’impossibilità di cambiare?

Quanti di noi credono che tanto tutto è inutile?

Quanti di noi provano a metterci del proprio affinché un cambiamento positivo possa diffondersi?

Magari se ci proviamo ne usciamo pure criticati.

Che gioco è, chi vince, chi ha ragione?

L’impotenza appresa genera il pessimismo. Un pessimista è colui che crede che le cose non cambieranno mai  e che dappertutto è così. Un pessimista crede inoltre che lui non può fare niente per cambiare la situazione.

Per la cronaca:

L’esperimento fu adattato su 3 gruppi di persone sostituendo le scosse con rumori.

La morale? Continuate a passare sotto casa delle persone alle 3 di notte con lo stereo a tutto volume. A Palermo nessuno vi dirà mai: “ci hai rotto!”.