Mi sono ricordato di un’interrogazione al terzo anno delle superiori. Non mi ricordo esattamente cosa mi aveva chiesto il professore. Mi ricordo che era di filosofia e mi ricordo benissimo cosa mi ha risposto dopo due ore che parlavo:

“Scuzzarè, su’n sapissi i cuosi ta vissi a cririri”.

In questa frase c’è tutto e il contrario di tutto.

Una cosa è certa, quel giorno ho perso. Mi sono beccato un 4. I miei compagni hanno riso, ho avuto la loro solidarietà, io mi ero sentito furbo, ma in realtà avevo perso. In quel momento non percepivo il rischio di poter diventare un cretino nel lungo periodo. Una di quelle persone che crede a tutto perché le cose non le sa.

Oggi la riprendo appunto per capire quando le persone vincono davvero e non quando credono di vincere.

In termini evolutivi gli organismi vincono quando si adattano all’ambiente e vi sopravvivono, ma noi non siamo semplici piante o semplici animali, noi esseri umani non solo siamo capaci di adattarci all’ambiente ma anche di modificarlo.

Quel giorno io ho perso: non mi sono adattato all’ambiente e più precisamente al contesto.

Al contesto reale. Non a quello che la mia mente mi suggeriva. Il contesto reale era quello di un liceo. Lo scopo reale di quel contesto è diplomarsi, non certo fare lo scemo in classe.

Ad esempio tu in questo momento comincia a pensare ad un contesto che abiti e prova a pensare a cosa dovresti fare davvero. Solo tu sai di cosa sto parlando.

Darwin aveva già detto che non sopravvivono gli organismi più forti o più intelligenti ma gli organismi maggiormente capaci ad adattarsi. Quella volta lì, al terzo anno delle superiori ero forte ed intelligente ma intanto ho perso. Per adattarmi al contesto dovevo semplicemente studiare. Avrei potuto arrabbiarmi col professore. Avrei potuto dire che ce l’aveva con me. Ma tutte quelle cose sarebbero servite solo per sentirmi meno frustrato e a trovare facili rassicurazioni nell’immediato. In realtà dovevo solo studiare di più.

Dovevo fare la cosa utile che dà maggiori risultati nel lungo termine.

Noi esseri umani non vogliamo solo sopravvivere passivamente, la sopravvivenza passiva ci porta a condurre una vita poco gratificante e insoddisfacente.

Per adattarci al contesto e non farci sottomettere o escludere pertanto non ci basta solo la nostra forza o la nostra intelligenza, certe volte ci serve una reale preparazione, un’adeguata qualità della presenza e una buona consapevolezza dei contesti che abitiamo.

Mi è venuta in mente quella frase, perché proprio oggi ho pensato: “basta, come fanno le persone a credergli ancora”. È ovvio, perché le persone non sanno le cose. Il piccolo salvatore spara le sue cose e divide il popolo tra chi non sa niente e chi crede di sapere tutto e magari questi due tipi di persone coincidono.

Oggi ti vorrei raccontare pertanto come fare non solo a sopravvivere ma anche a vincere e non farti prendere in giro.

Noi esseri umani viviamo contemporaneamente più contesti e più contesti siamo tenuti a comprendere e padroneggiare con prestazioni adeguate.

Per capirci: se sei un leone, abiti solo un contesto, la savana. Per sopravvivere e padroneggiarlo devi solo sapere dove sono le pozze d’acqua, un albero per riposarti all’ombra e devi saper correre abbastanza per mangiare. Niente di più facile.

Se sei una persona devi invece capire che non abiti solo un contesto ma tanti.

Più contesti riesci a comprendere e padroneggiare, maggiore sarà la qualità della tua vita e il tuo livello di soddisfazione personale.

Allora, quali contesti abiti? Sicuramente un contesto locale, il tuo quartiere.  Abiti una regione. Una Nazione. Un continente ed un mondo intero.

Inoltre abiti contesti naturali, contesti sociali e contesti culturali: familiare, sociale, lavorativo, amicale, …

Alle differenze arrivaci da solo se no, non la finiamo più.

Allora come ci si adatta a questi contesti?

Le persone prima di tutto si adattano con il loro corpo.

Il nostro corpo è progettato per adattarsi e sopravvivere agli ambienti naturali dalla selezione genetica e cambia lentamente in milioni di anni.

La nostra biologia ci permette di adattarci all’ambiente nel lungo termine. Il nostro corpo è praticamente lo stesso da centomila anni.

Nel brevissimo termine ci adattiamo invece grazie all’educazione: si fa, non si fa, fai questo, non fare questo.

La primissima educazione genitoriale  non fa altro che farci adattare ai contesti più o meno circoscritti nel brevissimo termine.

“Non ruttare a tavola” è un’istruzione comportamentale di base. Significa, se rutti a tavola le persone non apprezzano e pertanto sarai deriso, rimproverato e isolato. Stai attento non lo fare. Per questo chi lo fa è un maleducato. Ma naturalmente dipende dai contesti. In alcuni contesti o in altre culture non è disapprovato ma approvato.

Biologia ed educazione pertanto ci permettono di adattarci al contesto e all’ambiente nel lungo e nel breve periodo.

Purtroppo non basta. Come facciamo ad adattarci nel medio periodo?

L’educazione ci dà istruzioni da usare subito. La biologia ci dà istruzioni da usare per sempre. E le informazioni che magari mi servono domani chi me le dà? LA FORMAZIONE.

La formazione è quell’insieme di esperienze utili da spendere non appena ci serviranno. Magari anche mai.

Ad esempio: imparare l’inglese è una formazione che mentre acquisisco magari non mi serve, ma probabilmente domani mi servirà ad adattarmi al meglio in un nuovo contesto sociale o lavorativo. Frequentare un corso professionalizzante ci da un bagaglio di informazioni e di abilità da spendere appena il corso è finito. Fare un po’ di formazione personale ci serve a conoscere meglio le nostre potenzialità e le nostre risorse in modo da poter essere la migliore versione di noi stessi e avvicinarci ad essere la persone che vorremmo essere.

Formarsi è ormai una necessità che in questo secolo non può più essere trascurata. La formazione ci completa come individui e ci permette di approfondire la nostra consapevolezza del contesto e di adattarci in più contesti.

Non necessariamente la formazione deve essere finalizzata ad un lavoro. Quello pure ma non solo.

Insomma, quello che mi andava di trasmetterti con questo approfondimento è il non farti sottovalutare l’importanza di diventare ogni giorno sempre un po’ più consapevole dei contesti che abiti e di motivarti a formarti. Basta davvero poco. Basta comprare un libro o seguire un corso anche per passatempo. La tua vita sicuramente ne gioverà ma non perché diventi migliore degli altri, ma perché diventi una persona migliore semplicemente per te. L’umore sale e il livello di soddisfazione individuale pure.

Per approfondire il modo in cui si formano le credenze sociali ti suggerisco di leggere anche questo contributo

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