Cos’è un ruolo?

Parlando con le persone mi accorgo che molto spesso i problemi ed i disagi che descrivono nascono dalle loro relazioni.

Una possibile lettura  ce la fornisce la psicologia sociale. Capita che non ci rendiamo conto che la natura del conflitto è riconducibile ad un’inadeguata interpretazione del ruolo sociale che rivestiamo e che gli altri rivestono.

Quando chiedo: “tu lo sai cosa sono i ruoli?”, le risposte sono vaghe e prevalentemente afferenti ad ambienti lavorativi.

  • ” Si, un ruolo è quello che faccio al lavoro”;
  • “Si , un ruolo è il mio lavoro”;
  • “Si, un ruolo è quello che devo fare”.

In tutte queste risposte c’è qualcosa di vero ma sono molto incomplete.

La psicologia da sempre si occupa di osservare e descrivere i fenomeni comportamentali e sociali ed un fenomeno è quello che succede: non quello che dovrebbe succedere.

Tornando alla descrizione dei ruoli in termini psicologici non possiamo quindi trascurare la natura essenziale dei ruoli: i ruoli sono comportamenti.

Un ruolo è un insieme di comportamenti che gli altri si aspettano da colui che lo riveste e ricopre un determinata posizione sociale e lavorativa.

Praticamente un ruolo non è un solo COMPORTAMENTO, ma più comportamenti. Alcuni comportamenti possono essere comuni a più ruoli, e già qui potrebbero nascere le prime ambiguità di ruolo.

Ad esempio: “mia madre è come la mia migliore amica perché parliamo di tutto”. Falso. Ci sarà sempre qualcosa che si dice più facilmente ad un amica e che alla madre non si direbbe mai. Anche perchè da un genitore ci si aspettano istruzioni da un amico no.

Molto spesso i conflitti nascono perché le persone non soddisfano le nostre aspettative di ruolo.

Riflettiamoci. Quante volte rimaniamo delusi dal comportamento altrui? Può capitare ed è normale. In realtà ad ogni delusione corrisponde un mancato comportamento legato all’aspettativa di ruolo.

  • “mio fratello non è venuto a prendermi quando sono rimasto a piedi con la macchina”;
  • “mio marito non mi ha fatto il regalo di anniversario”;
  • “il mio capo non mi ha dato le ferie”.

Marito, fratello, capo sono tutti ruoli. Ogni volta che entriamo in relazione con qualcuno stiamo acquisiamo un ruolo e quindi dei comportamenti attesi. Quando siamo “vicini di casa” il nostro vicino si aspetta che gli rivolgiamo almeno un saluto. Quando siamo “passanti” per strada invece chi incrociamo si aspetta che magari neanche lo guardiamo. Quante volte è capitato di vedere gli intervistati al tg dichiarare: “no, ottimo vicino di casa. Salutava sempre. Non me lo sarei mai aspettato”.

Philip Zimbardo, il signore che vedete nella foto, è uno dei più importanti psicologi sociali al mondo. Probabilmente lo conoscete perchè è diventato molto famoso con l’esperimento carcerario. Avete visto il film dove persone a caso vengono chiuse in una finta prigione e ad alcune viene detto che sono poliziotti ed ad altre che sono detenuti? . E’ successo un casino. Zimbardo ha scoperto che non solo ci comportiamo sulla base dei ruoli che ci attribuiamo, ma anche come modifichiamo i nostri comportamenti  non appena veniamo incaricati formalmente di qualcosa; anche per finta. Nel momento in cui io dico a te che sei un poliziotto ed al tuo vicino che è un ladro, automaticamente assumi un ruolo di dominanza e lui inconsapevolmente tenderà a sottomettersi. Per questo ogni ruolo prevede di iscriversi in una gerarchia.

Perché non provi a fare un piccolo esercizio. Prendi carta e penna e scrivi tutti i ruoli che rivesti ogni giorno. Ti stupirai di quanti sono. Rifletti sul perché entri in conflitto con gli altri. Sono sicuro che ci sono delle aspettative di ruolo disattese.

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