Che cos’è l’Ansia?

Perché certe volte siamo ansiosi? Perché certe volte l’ansia è intollerabile?

Facile. Chi non lo sa.

Eppure ogni tanto mi capita di notare che qualcuno non ne ha piena consapevolezza.

Alcuni confondono l’ansia con la paura. Altri ancora, addirittura con la tristezza.

Allora, l’ansia è un’attivazione psichica derivante da una preoccupazione X.

Praticamente tutti gli esseri viventi con un minimo di sistema nervoso decente provano l’ansia.

L’ansia non è una vera e propria emozione ma secondo me potrebbe essere considerata tale.

Concretamente l’ansia è un’attivazione psicofisiologica determinata dalla percezione di una potenziale minaccia che potrebbe provocarci danno.

Se ragioniamo in modo semplice, lo stato d’ansia è stato necessario per permettere agli esseri viventi la possibilità di sopravvivere e quindi di riprodursi.

Immaginiamo di essere un coniglietto che esce dalla sua tana. Ad un certo punto vediamo che un cespuglio si muove ed immediatamente esce una volpe che vorrebbe mangiarci. Automaticamente corriamo indietro e ci salviamo. Ecco: questa è stata una reazione all’ansia.

L’ansia è quindi funzionale all’adattamento ed al fronteggiamento delle minacce.

Noi essere umani però non proviamo ansia solo quando vediamo volpi o dobbiamo salvarci la vita, proviamo ansia per un sacco di cose: per un esame, per un incontro con gli amici, per un nuovo lavoro, alla vista del formaggio o di un cane, ecc…

Non importa. Quello che dobbiamo capire è che l’ansia è semplicemente una reazione normale del nostro organismo ad una possibile minaccia.

Il problema nasce quando percepiamo come estremamente minaccioso qualcosa che per sua natura non lo è, o sovrastimiamo come molto pericoloso qualcosa che lo è molto poco.

Ad esempio, immaginiamo di essere sempre quel coniglietto che esce dalla tana e vede il cespuglio muoversi. Dopo il primo spavento serio, potrebbe succedere che ogni volta che vedremo muovere il cespuglio magari per il vento, subito torniamo nella tana, fino a quando magari non avremo più il coraggio di uscire in posti dove ci sono cespugli.

La minaccia non esiste, ma per noi cespuglio=volpe.

Qui potremmo chiarire subito la differenza tra paura e ansia. Proviamo ansia quando la minaccia è percepita anticipatamente; proviamo paura quando la minaccia è presente.

Noi essere umani proviamo tanti tipi di ansia e le conseguenze possono essere varie. Possiamo avere fobie specifiche (serpenti, cani, …, possiamo avere ansie sociali (feste, esami all’università, …) ansia per luoghi specifici (agorafobia, claustrofobia, posti alti, …) quello che ci interessa sapere è come si attiva l’ansia.

Già saperlo può aiutarci a ridimensionarla.

Ripetiamoci che provare ansia è una cosa normale.

Funziona così, per un motivo o per un altro andiamo in allarme; più o meno consapevolmente agiamo per fronteggiare il potenziale pericolo; se non riusciamo a contenerlo o non risolviamo il problema andiamo in esaurimento e sfinimento.

Sinteticamente l’ansia ci avvisa che dobbiamo fare qualcosa:  dobbiamo avere una prestazione.

Chi non si ricorda quando dovevamo essere interrogati a scuola. Il giorno dell’interrogazione andavamo in ansia, più o meno moderata (allarme). Avevamo apparentemente due possibilità: o non entrare a scuola o pensare “vabbè come và và”. Giusto?

No, sbagliato. In realtà l’ansia si fronteggia in tre modi. O evitandola  o affrontandola a caso con la fortuna; o preparandosi adeguatamente per superare l’ostacolo.

Naturalmente un coniglio non può diventare leone; ma nelle nostre società la maggior parte dell’ansia che proviamo è perché riteniamo di non avere sviluppato adeguate competenze per superare le difficoltà.

Prove che possono anche essere sovrastimate e distorte perché: dare un esame non è essere promossi ma… fare bella figura col professore; uscire con una ragazza non è portarla al cinema ma essere il numero uno dei maschi sulla faccia della terra, …

Stavo dimenticando di dire però che l’ansia è una condizione necessaria ad una prestazione ottimale. Averne troppo poca non ci farà fare le cose per tempo, averne troppa ci paralizzerà e ci farà fare le cose male.

Ok, devo chiudere perché sarebbe impossibile essere esaustivo su un blog.

Se hai però delle domande puoi farle nei commenti.

Spero in ogni caso di essere stato abbastanza chiaro.

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