Quando l’ansia ci impedisce di lavorare.
Stavolta parliamo di ansia, autonomia e lavoro.
Certe volte le persone non trovano lavoro solo perché sono ansiose.
Sono tanti i motivi per i quali le persone potrebbero avere difficoltà a trovare lavoro.
Siamo abituati infatti a riconoscere, attraverso le statistiche, i fattori principalmente descritti e divulgati.
Ad esempio, sappiamo che tra i fattori oggettivi che accumunano le persone inoccupate ma che vorrebbero trovare lavoro ci sono il genere e l’età. Praticamente gli uomini di 30 anni hanno maggiori probabilità di trovare un lavoro rispetto alle donne di 60.
Queste due caratteristiche individuali non sono comunque manipolabili. Una donna di 60 anni rimane una donna di 60 anni. Altri motivi che facilitano o ostacolano la possibilità di trovare lavoro sono l’esperienza lavorativa pregressa e la formazione precedentemente acquisita.
Già, su queste cose, qualcosa è possibile cambiarla: intervenendo sul presente, possiamo fare qualcosa per aumentare la probabilità futura di trovare un lavoro.
Le persone tendono a sottovalutare queste cose qui, infatti non è raro che si trincerano su: “tanto lavoro non ce n’è”.
Questo tipo di ragionamento tende a ricondurre le cause della propria insoddisfazione lavorativa a fattori che sono al di fuori del proprio controllo. In poche parole si riconducono tutti i fattori che intervengono sulla propria condizione lavorativa, su uno solo: IL CONTESTO.
Se è vero che a Milano è molto più facile trovare lavoro che a Palermo, perché anche a Palermo alcune persone lavorano e altre no?
O perché alcuni palermitani lavorano fuori Palermo e altri no?
Secondo me, un fattore che viene spesso trascurato e per il quale non si interviene praticamente mai, è quello subordinato alla propria condizione emotiva prevalente.
Ci sono persone che non hanno un lavoro per il semplice fatto che soffrono di ANSIA.
L’ansia limita la nostra capacità di fare esperienze.
Se sono ansioso a 14 anni, probabilmente abbondono gli studi. Se lo sono a 40, probabilmente avrò serie difficoltà ad accettare che per trovare un lavoro magari devo farmi 30 minuti di macchina.
Secondo la mia esperienza questa condizione specifica emerge prevalentemente in contesti di provincia o di borgata, dove le persone sono abituate a frequentare e confrontarsi con contesti circoscritti.
Se è vero che 60 anni fa, probabilmente avrei dovuto raggiungere la grande città solo per comprare i confetti del mio matrimonio è impensabile che oggi per avere una qualità della vita complessa e soddisfacente, io trascuri la necessità di sapermi muovere adeguatamente su più contesti.
Ad esempio mi vengono in mente alcuni episodi di persone che abitano a 50km da Palermo che per venire a Palermo devono organizzarsi almeno una settimana prima. Esattamente come nel 1900 dove dovevi fare un giorno a cavallo.
Questa condizione che potrebbe sembrare ironica e paradossale, in realtà non è poi così rara.
La paura di allontanarsi da quella che consideriamo casa è una delle paure più diffuse e si può esprimere su diversi livelli e gradi.
L’ansia è invalidante perché compromette la nostra AUTONOMIA
Questo tipo di paura ha ragioni evolutive ben precise, in passato avrà salvato la vita a molti nostri antenati. Chi usciva dalla caverna solo quando era necessario sicuramente campava di più.
Oggi però tendiamo a sottovalutare come l’assenza di autonomia personale compromette il nostro inserimento sociale e ci isola dal mondo e anche se parliamo italiano abbiamo un problema di integrazione come gli africani.
Ecco, uno dei più trascurati motivi per i quali le persone hanno difficoltà a trovare un lavoro è l’autonomia personale.
A parità di condizioni oggettive, città, età, genere, scolarizzazione ed esperienze precedenti, chi ha maggiore autonomia ha maggiori probabilità di trovare lavoro.
Essere autonomi significa essere consapevoli che per trovare un lavoro non dobbiamo aspettare che qualcuno ci venga a cercare, oltre a essere capaci di utilizzare tutti i canali per scoprire possibilità alle quali proporci. Essere autonomi significa inoltre essere capaci di muoversi in autonomia sul territorio senza la necessità che qualcuno ci accompagni a destra e sinistra e che parli al nostro posto nei vari uffici: anche salire su un aereo e capire quale dobbiamo prendere senza che nessuno ce lo dica.
Mi ricordo quando una volta ho fatto un importante colloquio di lavoro. Mi ricordo benissimo l’imbarazzo che ho provato quando un’altra candidata, una mia collega, si era fatta accompagnare dal fidanzato e ha chiesto se il fidanzato poteva entrare nella stanza per il colloquio. In quel momento, una parte di me voleva ridere ed un’altra era mortificata per l’intera categoria professionale. Ho subito pensato però: “non ha chance, se siamo solamente io e lei, ho già vinto.”.