Cos’è lo stress e come essere stressati senza sbattersi la testa al muro.

L’altro ieri, venerdì 4 gennaio 2019 ho avuto una giornata devastante. Ero davvero stressatissimo e adesso, se ti va ti racconto perché.

Ogni cosa che leggerai è vera.

Mentre racconto ne approfitto per capire cos’è lo stress, cosa significa davvero essere stressati e cosa possiamo fare per stare meglio.

Ero stressatissimo ma non mi sono sbattuto la testa al muro.

Spesso sento dire senza motivo: “sono stressatissimo”; oppure incontro persone che sono stressate e non lo sanno, o persone stressate che sanno cosa fare e che risolvono agilmente i casini più seri o altre ancora per le quali delle stupidaggini sono ostacoli insormontabili.

Mia moglie gestisce un bed and breakfast. Ci svegliamo il 4 gennaio e ci accorgiamo che la caldaia non funziona. Avvisiamo immediatamente i clienti e ci scusiamo per il disservizio. Il disagio è davvero importante. Considera che si prevede che il 4 rimarrà il giorno più freddo di tutto il 2019.

Immediatamente chiamo Vincenzo, il mio tecnico di fiducia e scopro che è a letto con la febbre e che anche i suoi collaboratori sono impossibilitati ad intervenire perché bloccati in un intervento non mi ricordo dove.

Nel frattempo in sala colazione la stufa a Pallet va in allarme e quindi la stanza non si riscalda.

Nel frattempo avvisiamo con un messaggio Ugo e Sabrina, i clienti, e quando arrivano per fare colazione chiarisco subito con la massima sincerità qual è la situazione. Faccio subito notare che se preferiscono avremmo provveduto immediatamente a trovare un’altra sistemazione in un bnb prossimo al nostro e con le stesse caratteristiche. Rispondono molto gentilmente che avrebbero atteso fiduciosamente che le cose si aggiustavano. Nel frattempo ricontatto i tecnici e dico che la situazione è un’emergenza; mi rispondono che sarebbero arrivati prima possibile.

Nel frattempo ricevo una telefonata da Mineo in cui vengo richiamato in servizio al CARA dal lunedì successivo. Ringrazio e chiudo.

Provo quindi a capire perché la stufa a pellet non funziona e dal codice di allarme capisco che si tratta del condotto di ventilazione ostruito.

Dopo una mezz’oretta Ernesto Mangiapane, un collega psicologo, mi comunica che avrei iniziato la settimana successiva l’incarico che mi ha affidato e di cui è responsabile. Sono entusiasta, ma i turni assegnati e per i quali avevo dato la mia disponibilità sono le mattine del mercoledì e del giovedì.

E come faccio, il mercoledì sarei a Catania. Nella contentezza di tornare a Catania, avevo pure dimenticato che lunedì mattina avevo già due impegni importanti. Sarei dovuto essere dal commercialista e avrei dovuto ricevere un cliente in studio. Chiamo allora i responsabili ed i colleghi di Catania, chiedendo di poter andare martedì. Concordo quindi con Ernesto la possibilità e la necessità di dover cambiare i giorni. Acconsente e concordiamo il lunedì mattina, anche perché come primo giorno devo essere istruito. Nel frattempo chiamo Giovanna, la commercialista e il cliente e posticipo tutto al pomeriggio.

Siamo a mezzogiorno e ancora dei tecnici non ho nessuna notizia. Le cose cominciano a farsi serie ed incasinate.

A Palermo ho un piccolo appartamentino in affitto e Mauro, l’inquilino, mi chiama per dire che cade acqua dal tetto, che il frigo non funziona e che anche la sua caldaia non è ancora stata riparata perché il pezzo non arriva. Faccio altre due telefonate e provo a risolvere sta situazione: dopo sarei andato a comprare anche il frigo.

Siamo già nel pomeriggio e mia madre vuole sapere se confermiamo la cena da lei per la sera stessa in cui ci sarebbero stati anche mia zia e i miei cugini. I miei figli hanno la febbre e quindi diciamo che non è possibile.

I tecnici in tutto questo sono rimasti incasinati e bloccati su Marte per la neve.

In tutto questo, stavo dimenticando che nel frattempo avevo un acceso dibattito su Facebook con Alessandro: un carissimo amico mio di sempre.

Io sono indeciso se cominciare a toccarmi ma devo trovare soluzioni più opportune e funzionali.

Ne approfitto per andare a cambiare i copertoni della macchina, considerando che hanno 40mila km e devo andare a Catania periodicamente. Salgo in macchina e la macchina mi ricorda che devo aggiungere il liquido UREA (liquido anti inquinamento) perché se no la centralina mi avvisa che non avrebbe permesso l’avviamento a breve. Arrivo a cambiare i copertoni e Antonio mi fa notare che una gomma è già bollata ed è al limite. Cambio tutto e vado poi in stazione di servizio ad aggiungere il liquido Urea da Francesco.

Torno a casa e Monica Perricone mi dice che il Dott. Mario Albanese, padre di Manola Albanese è andato via.

Manola Albanese è la mia capa favolosa e se soffre lei soffro io. Monica mi dice che i funerali saranno lunedì mattina.

C**o. Lunedì mattina dovevo essere al CARA. No, ora al Pagliarelli con Ernesto, primo giorno di lavoro.

E che faccio? A chi dico che non posso andare?

In tutto questo e quasi sera, Ugo e Sabrina torneranno e scopriranno che la caldaia non funziona ancora.

Nel frattempo, qualcuno fa cadere acqua nella ciabatta elettrica in cucina che va in corto circuito.

Ah, la canna fumaria e la condotta di aspirazione della stufa a pellet le ho pulite prima di pranzo o dopo. Non ricordo. Comunque la stufa dopo qualche altro bip ha ricominciato a funzionare.

Tornano Ugo e Sabrina, è tardi ed i tecnici mi hanno detto che immancabilmente arriveranno l’indomani mattina.

Faccio presente la situazione e metto immediatamente a disposizione un altro bagno con un’altra caldaia autonoma. Al loro accordo li avrei aiutati immediatamente a trasferirsi al bnb vicino.

Ringraziano per le attenzioni e comprendono l’imprevedibilità del disservizio. La caldaia è nuova e mezza Palermo ha avuto problemi con le caldaie per il gelo.

Alle otto di sera scopro che il problema non è della mia caldaia ma delle tubature del gas in strada per un’infiltrazione d’acqua. Chiamo l’Enel e mi assicurano che l’indomani mattina presto avrebbero provveduto a sistemare tutto e così è stato. Se l’avessi saputo prima, sarebbe stato risolto la stessa mattinata.

Secondo te. Durante tutto il giorno. Non sono stato stressatissimo? Tu che avresti fatto. Avresti sfasciato tutte cose? Te ne saresti fregato? Avresti mandato tutti a… oppure demoralizzato avresti provato a dare priorità ad alcune cose trascurandone altre?

Allora.

Ti assicuro che stressatissimo, io, lo sono stato davvero.

Cos’è lo stress?

In psicologia, Lo stress non è altro che una condizione di tensione emotiva che si attiva quando la nostra mente ci dice che dobbiamo fare qualcosa in presenza di qualche altra cosa che ci allarma.

In poche parole:

  • succede o potrebbe succedere qualcosa di imprevisto o sottovalutato;
  • quello che chiamiamo stress o nervosismo sale;
  • dobbiamo fare qualcosa per farlo scendere;
  • se agiamo adeguatamente lo stress scende;
  • se agiamo o male o decidiamo di fregarcene, lo stress scende per un breve periodo e poi ritorna peggio di prima;
  • se continuiamo a fare qualcosa ma quel qualcosa è inutile, ci viene l’esaurimento.

La caldaia non funziona, i clienti non possono lavarsi e la stanza è fredda. Ansia. Godranno di un pessimo servizio, andranno via e lasceranno una pessima recensione.

Incarichi di lavoro che si accavallano: ansia. Come li gestisco al meglio senza perderli e continuando a lavorare bene senza trascurare niente: clienti privati, Ernesto, Cara e Manola.

I tecnici non rispondono: ansia e irritazione. Ma che fa. Se ne fregano di me e mi lasciano nei guai?

Casa in affitto: ansia, Mauro vive da poco li, ed è mio dovere sistemare tutto.

Lutto: tristezza.

Stufa a pellet: rabbia. Ma che c***o! pure la stufa si ci mette.

Commercialista: speranza che possa cambiare orario.

Clienti in studio: speranza che possano comprendere le mie nuove disponibilità.

Gomme da cambiare: mi si abbassa l’umore per la non trascurabile spesa.

Ecco, questo è quello che mi ricordo ora a sangue freddo. In realtà, quel giorno li, era tutto un mezzo casino da ordinare nella mia testa per risolvere tutto nel modo più efficace possibile.

Come si fa a gestire e risolvere lo stress?

Allora, tecnicamente la nostra mente non percepisce quello che sta succedendo nei fatti. Ma sovrastima o sottostima quello che succede servendosi delle nostre credenze e delle nostre interpretazioni.

Mi spiego meglio. La caldaia non funziona. Ok. La caldaia non funziona è un fatto. Credere però che se la caldaia non funziona allora i clienti penseranno che il bnb fa schifo, andranno via scappando e che lasceranno una pessima recensione perché penseranno che sono scarso è catastrofismo.

Oppure, la caldaia non funziona. Vabbè me ne frego. Fatti loro. Il bnb è perfetto lo stesso. Se non lo capiscono sono stupidi è invece presunzione e arroganza.

In poche parole, i fatti sono fatti e bisogna intervenire sui fatti attraverso una corretta valutazione delle proprie risorse interne ed esterne per risolvere il problema. Capita a volte che non riusciamo neanche a vare una valutazione accurata di quello che abbiamo e sappiamo per risolvere i problemi. O pensiamo di essere adeguati e non lo siamo, o magari pensiamo di essere inadeguati e magari sapremmo fare benissimo la cosa.

Su questo poi ci faccio un contributo a parte.

Per fronteggiare le cose stressanti comunque, la maggior parte delle persone procedono con la tattica che funziona più di tutte. Almeno apparentemente. Ad esempio: c’è il compito in classe. Sale l’ansia. Ok. Non lo faccio. L’ansia scende. Il modo più efficace per levare lo stress è non fare. La fregatura però è che lo stress si abbatte subito nel breve termine. Nel lungo termine però la vita ci scappa di mano e dobbiamo risolvere troppe cose. Ecco l’esaurimento.

Quante volte abbiamo pensato di fare una telefonata difficile e decidendo di rimandarla stavamo meglio? Anzi meno peggio? Fino a quando fare quella telefonata è diventato troppo tardi.

Altre cose che noto e che studio, sono i modi che le persone hanno per risolvere i loro problemi.

  • Concentrandosi sulle cose e sui compiti;
  • Concentrandosi sulle persone che risolvono i problemi;
  • Concentrandosi sulle sostanze.

Che vuol dire. Concentrandosi sulle cose ci si concentra sul problema e si agisce e ci si prepara nel miglior modo possibile. In questo modo cresciamo e la nostra capacità di affrontare la vita migliora. Diventiamo più forti, più consapevoli delle nostre risorse e più resistenti.

Col secondo modo diventiamo dipendenti dagli altri. E quando gli altri ci aiutano meno diventiamo rancorosi, deboli e tristi.

Il modo peggiore di tutto è quello per non fare le cose e credere che gestendo le emozioni negative con alcool o droghe ci togliamo le camurrie dalle scatole. Ma tutti sappiamo che ad un certo punto la rottura di scatole diventiamo noi per gli altri.

Come ho fatto io a superare questa giornata assurda?

Primo. Ci sono abituato. Se avessi avuto questa giornata dieci anni fa, mi sarei sbattuto la testa al muro.

Oggi gestisco situazioni complesse e molto diverse tra loro. L’ho imparato negli anni gradualmente. Ho migliorato le mie risorse disponibili attraverso un esercizio integrato: esperienze formative, esperienze lavorative, esperienze sociali, esperienze economiche, ecc…

La giornata è stata dura, ma ormai la mia mente non va in tilt, razionalmente cerco di valutare e attribuire  priorità diverse a quello che succede.

Tu dirai, vabbè ma hai avuto anche i soldi se no come facevi? Oppure, vabbè conosci le persone giuste e telefoni. È vero. Ma anche con sta cosa, di avere avuto X euro in più e di conoscere le persone giuste, non mi ci sono svegliato. È il risultato di un lungo esercizio che chiamo vivere che mi ha permesso di migliorare le mie abilità sociali, finanziarie e lavorative.

Se ci hai fatto caso, in questo post chiamo tutti per nome. Una cosa per la quale forse sono nato predisposto ma che funziona è quella di relazionarmi con tutti quasi allo stesso modo. Provo a basare ogni mia relazione sulla fiducia ed il rispetto e pretendo altrettanto. Altrimenti mollo il contatto.

Non ho mai pensato di essere migliore di qualcuno ne penso che qualcuno sia migliore di me.

Nella reciprocità relazionale provo a non essere mai né altezzoso nè reverenziale, sia che devo ricevere soldi, sia che devo darli. Sia che parlo con capi, sia che parlo con non capi. Sono fatto così ma tutti possono imparare ad esserlo.

Un’altra cosa fondamentale è quella di fare. Ogni tanto prendo in giro mio cognato dicendogli: “ogni mattina mi sveglio e mi chiedo, vediamo se oggi trovo qualcosa che non so fare”.

È una battuta. Non so fare molte cose. Però le provo tutte e ad un certo punto mi rendo conto di aver imparato tanto. Anche riparare una presa elettrica o mettere il gesso in una parete oppure una configurazione per la videosorveglianza online. Spesso faccio cose che non avevo mai fatto prima. Mia moglie dice che ogni tanto faccio le cose male. Ci mancherebbe. È vero. Però le faccio.

Comincia a fare queste due cose e ti faccio vedere che starai meglio. Ogni volta che finisci una cosa stai meglio e fra un anno avrai una qualità della vita migliore.

Tratta tutti con rispetto e comincia a fare quello che devi fare.

Se non lo facessi io, probabilmente non saprei fare nemmeno lo psicologo. Non sarei credibile.

Chiediti com’è la persona che vorresti essere? E comincia ad esserlo.

 

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