binge eating disorder: alimentazione incontrollata

Mangiare è uno di quei comportamenti che facciamo tutti. Mangiare è la prima esperienza di vita, che se va tutto bene, facciamo appena nasciamo.

Senza nutrirci non potremmo sopravvivere, lo sappiamo. È ciò che contraddistingue gli esseri viventi: la capacità di accumulare energia per spenderla quando è più opportuno.

Eppure, mangiare, l’esperienza di base della vita, potrebbe diventare un problema.

Nei primi due anni di vita già possiamo imparare modi scorretti di mangiare. Considerate che attraverso il pianto il neonato esprime tutti i bisogni. Un neonato piange perché ha fame, perché ha sete, perché sente freddo, perché sente caldo, perché si annoia, perché vuole giocare, ecc…ecc…

Se il genitore non interpreta adeguatamente bene questo messaggio e ad’esempio nella maggior parte dei casi che sente piangere  dà da mangiare, il neonato sta imparando che qualsiasi dispiacere, dolore o frustrazione si può benissimo risolvere col cibo. Tu te lo ricordi quando hai imparato che queste parole sono scritte di nero? Ovviamente no, eppure lo sai.

In questo momento mi piacerebbe approfondire quando mangiare fa male.

L’obesità accorcia la vita ed il sovrappeso nei suoi vari livelli ne compromette la qualità.

Ormai anche il ministero della salute suggerisce di intervenire sul funzionamento psicologico per risolvere i problemi della propria alimentazione.

Ma perché?

Perché è semplice.

Noi esseri umani non mangiamo esclusivamente per motivi biologici, ma anche e soprattutto per motivi psicologi e sociali.

Il motivo per cui mangiamo per motivi biologici è chiaro a tutti, praticamente ovvio.

Ma è anche vero che ormai non abbiamo più bisogno di tutte quelle calorie che la nostra evoluzione ci ha permesso di metabolizzare.

Noi essere umani siamo fisicamente uguali ai nostri avi di 50mila anni fa: ne abbiamo lo stesso corpo. Eppure non ci comportiamo allo stesso modo.

Considerate che 10000 anni fa, le persone potevano assumere anche 10000 calorie al giorno perché tanto le avrebbero consumate, per la loro giornata di caccia ed i loro 10km a piedi abituali, oggi è impensabile.

Il nostro corpo è progettato anche per quello, lo stile di vita è però completamente cambiato. Perché quindi mangiamo tanto senza reali esigenze fisiologiche?

Perché ci piace. Ovvio. Ma perché.

Noi, come sicuramente qualche altro animale, non mangiamo più solo per nutrirci.

Il cibo soddisfa anche altri bisogni: prevalentemente psicologici e sociali.

Ormai è altamente dimostrato e descritto come il cibo sia il più importante ed efficace regolatore del nostro umore: praticamente possiamo mangiare sia per aggiungere piacere, sia per togliere dispiacere.

Lo zucchero permette il rilascio di dopamina (neurotrasmettitore del piacere) esattamente come la cocaina.

Inoltre il cibo può ridurre l’ansia quando siamo particolarmente tesi, nervosi o come preferiamo dire “stressati”.

Se prendiamo due gabbiette piene di topi, una la scuotiamo durante il giorno, stressando i topolini all’interno, l’altra no, ad un certo punto noteremo che i topolini della prima gabbietta mangiano di più ed ingrassano. Gli altri no.

Attraverso apprendimenti casuali o indotti, anche involontariamente mangiamo per stare bene o per stare meno male.

Non dobbiamo inoltre trascurare che il cibo soddisfa bisogni di socializzazione: mangiamo anche per stare con gli altri e fare qualcosa insieme. Mangiare fuori o per le feste è un ottimo aggregante, più dell’alcool.

Che succede quindi?

Succede che da dati del ministero della salute il 42% degli Italiani adulti ha problemi di sovrappeso di cui l’11% soffre di obesità grave.

Il sovrappeso determina disagi trasversali alla nostra salute. Il nostro fisico si debilita, la nostra autostima scende e le nostre relazioni ne vengono compromesse. Basta pensare che quando usciamo, secondo i dati,  dovremmo vedere la metà delle persone belle in carne ed invece non succede. Non succede perché soprattutto le donne, ad un certo punto si vergognano nel  farsi vedere in giro, rimangono a casa e rimangeranno  per alleviare il loro disagio.

Quando rimangio, a breve termine sto bene, a lungo termine sto ancora peggio sentendomi in colpa.

Ormai in ambito medico/psicologico è comprovato che anche l’abbuffarsi in modo incontrollato regolarmente è pericoloso quanto ben più allarmanti disturbi alimentari (anoressia e bulimia).

La differenza è che gli obesi non suscitano nella popolazione lo stesso dispiacere o condanna sociale di chi ha ben altre difficoltà.

D’altra parte per eredità storica l’abbondanza di cibo non è mai stata un problema, anzi… quindi: “mangia che ti fa bene” è forse la frase che ci siamo sentiti dire più spesso da piccolini.

Abbiamo capito che mangiare è la prima cosa che ci insegnano i nostri genitori e sono i nostri genitori che istruiranno il nostro metabolismo. La genetica solo in pochissimi casi influisce in modo significativo sul nostro stile alimentare. Dobbiamo capire che: “è colpa del mio metabolismo” non esiste. Anche perché non possiamo produrre materia dal nulla. Se così fosse avremmo risolto la fame del mondo con un bel farmaco: “tieni, prendi questo e basta che mangi un seme diventi cento chili senza andare mai in bagno”.

La verità, dura da ammettere, è che  ad un certo punto le persone che soffrono di alimentazione incontrollata, mangiano di nascosto, esattamente come gli alcolisti bevono.

Oggi, non è più trascurabile che l’intervento che può ristabilire un più adeguato peso corporeo a lungo termine non è più la dieta rigida o la liposuzione.

Purtroppo le diete falliscono. Anche se è il trattamento privilegiato per eccellenza non si può negare che se non fatte bene, le diete stressano ulteriormente l’organismo. Chi fa dieta sa benissimo che ad un certo punto mangia più di prima. I dati dicono che succede nel 50 per cento dei casi. L’approccio corretto dovrebbe consistere in una riduzione graduale dell’apporto calorico giornaliero abituale, inserendo nella propria vita delle attività piacevoli. L’attività aerobica non dovrebbe mancare, ma le persone credono che questo significhi dover andare in palestra. In realtà, nella maggior parte dei casi, a Palermo basterebbe fare un po’ di movimento con i sacchetti della spesa senza mettere la macchina in doppia fila, fare le scale a piedi  o comprarsi direttamente una bella bicicletta. L’ho fatto pure io e mi sono accorto che spostarsi in bici è molto più comodo e semplice di quello che pensavo. Il bello è che ogni volta che torno a casa mi sento un leone. Abito a Monreale.

La chirurgia è l’apparente bacchetta magica ma purtroppo non c’è bacchetta magica che procuri risultati psicologi e sociali a lungo termine.

Oggi si parla di approccio integrato multidimensionale dove un intervento psicologico “moderno” non può essere più trascurato per avere benefici duraturi e reali.

Riconoscere le proprie emozioni piacevoli e spiacevoli, il perché le proviamo e come possiamo gestirle, rimodularle ed ottimizzarle è facile. Riconcepire nuovi scopi e ritrovare i propri valori è indispensabile alla nostra motivazione. Non servono più anni di incontri, ne bastano davvero pochi.

Un corpo che non ci soddisfa compromette la nostra qualità della vita in tutte le principali aree del nostro benessere non solo fisico ma anche sul lavoro, con gli amici, in famiglia e soprattutto in coppia.

Mi dispiace se a tratti posso essere stato indelicato. Ho provato solo a raccontare come stanno le cose evitando di scrivere la mia opinione.

Sinteticamente:

  • Non si mangia per colpa del metabolismo;
  • Mangiare riduce l’ansia e genera piacere;
  • Lo zucchero crea dipendenza;
  • Mangiamo tanto perché abbiamo imparato a farlo perché qualcuno ce l’ha insegnato;
  • Morire prima non è bello;
  • Non ho vizi almeno questo me lo tengo è una bugia.

Consigli:

  • Si, sincero con te stesso;
  • Fai attività aerobica. È facile. Per calcolare facilmente quando il tuo cuore raggiunge il numero di battiti specifico fai 220 meno la tua età e prendi il 65% del totale. Per esempio io faccio attività aerobica quando il mio cuore ha 121 battiti al minuto. 220 – 34 (la mia età) = 186. Il 65% di 182 è 120,9. Ricordati che raggiungere la soglia aerobica è meno faticoso di quello che credi. Se sei sovrappeso è ancora più facile perché ti affatichi prima. Sei fortunato. Se ti compri il fitbit con funzione cardio fa tutto lui.
  • Fai un diario alimentare giornaliero scrivendo all’inizio tutto quello che mangi e bevi e quando lo fai in modo che non te lo scordi. Ridurrai piano piano qualcosa. Considera che tendiamo ad assumere ogni giorno sempre le stesse calorie;
  • Prova a riflettere sui motivi reali per i quali stai mangiando, scrivili e rileggili;
  • Immagina come ti piacerebbe essere davvero.

Non so come posso allegare file da scaricare direttamente da qui. Se pensi che ti possa servire, ti posso comunque inviare il diario alimentare che ho preparato via email. Basta scrivermi.

Se ti piacerebbe essere aggiornato dei successivi contributi, basta mettere un mi piace alla pagina facebook cliccando direttamente qui in fondo.