i livelli del cambiamento: cognitivo comportamentale.
La voglia di cambiare vita, certe volte l’abbiamo tutti. Se non magari tutta, quantomeno un pochino. Guai se non fosse così. Chi non cambia rimane un pischello o una pischella.
E’ naturale ogni tot tempo provare un po’ di insoddisfazione e avere la voglia di fare, avere o essere anche altro. Ognuno di noi tende naturalmente a migliorare periodicamente la propria qualità della vita: anche quando decidiamo di comprarci un nuovo televisore.
Cambiare non significa quindi stravolgersi ne tanto meno andare per forza dallo Psicologo.
Stravolgere la propria vita è molto difficile e richiede parecchie energie e parecchie risorse. Fortunatamente non è sempre necessario, anzi, spesso non lo è anche se crediamo che sarebbe inevitabile.
A volte crediamo che sia troppo tardi e ci si paralizza, oppure impulsivamente si prendono decisioni impreviste. Il trucco è non trascurare i piccoli cambiamenti che quotidianamente potremmo fare, senza rischiare che troppo tardi lo diventi davvero.
Non è una tragedia.
Quando le persone pensano: “devo fare qualcosa”. Inconsapevolmente fanno riferimento a variabili contestuali: cambiare gli altri o l’ambiente.
Eppure non funziona esattamente così: un cambiamento del contesto dovrebbe essere l’ultimo tentativo.
Chi non ha mai pensato: “devo cambiare città, devo cambiare casa, lavoro, partner, ecc…”.
Ma prima ci siamo mai chiesti: “quello che penso della mia città è vero? Della mia casa? Del mio lavoro?…”; “quello che faccio è abbastanza? Se cambiassi approccio? Se imparassi a fare nuove cose?”.
Questa è la differenza di chi ottiene piccoli risultati graduali giorno per giorno e chi invece si ritrova in vicoli ciechi colpevolizzando tutto e tutti e ad un certo punto crede che l’unica soluzione sia cambiare il proprio contesto.
Nessuno di noi credo sia nato in guerra in cui l’unica soluzione per sopravvivere meglio era quella di andarsene.
Quello che vorrei sottolineare è: a volte è necessario cambiare il posto che abitiamo o le persone con cui viviamo; più spesso dovremmo imparare a valutare anche le nostre responsabilità, le nostre reali risorse e il nostro modo di interpretare i fatti.
Quando vorremo cambiare qualcosa, dovremmo chiederci: “quello che penso è vero? È giusto? È utile?”. Ci sono modi alternativi di vedere le cose? . Successivamente magari potremmo provare a cambiare i nostri comportamenti: “posso fare qualcosa? Posso imparare qualcosa? “. Solo all’ultimo comincia ad essere ragionevole prendere in considerazione la possibilità di cambiare drasticamente la nostra vita.
La buona notizia è che raramente è troppo tardi per fare qualcosina.
Sintetizzando: quando pensiamo di dover rinnovare la nostra vita, dovremmo andare in ordine provando dalle cose più facili. Praticamente: prima potremmo provare ad aggiornare quello che pensiamo (livello cognitivo), poi quello che facciamo (livello comportamentale) e in ultimo quello che ci circonda.
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