Ne dobbiamo parlare, anche perché la cosa ci sta sfuggendo di mano.

L’emergenza? No, l’intelligenza.

Se dovessi attenermi alle osservazioni direi che siti tutti scaltri e solo io sono cretino. Questo perché tendenzialmente, ognuno crede di essere l’unico intelligente è che gli altri sono tutti cretini.

Ti va se parliamo di intelligenza? Però senza poesia.

Consideriamo subito che l’intelligenza potrebbe essere quella funziona psicologica che ottimizza tutte le altre come l’apprendimento, l’attenzione, la memoria, la percezione, il pensiero, ecc… ecc…

Partiamo dall’inizio? Partiamo dall’inizio. È vero che oggi ci sono un bordello di definizioni su cos’è l’intelligenza e quindi ognuno di noi basta che trova la definizione che gli conviene di più e può benissimo credere di essere intelligente, ma non è così, e lo dobbiamo capire.

Quando vediamo qualcuno bello muscoloso e impostato ci rendiamo conto che quello probabilmente è più forte di noi? Certo che sì. C’è qualcuno che secco secco tenterebbe di picchiare uno molto più alto, grosso e forte di lui? No, solo un pazzo lo farebbe. Un pazzo e un bambino quando gioca alla lotta col proprio padre. Ma in quel caso è un gioco.

E perché questo non avviene pure con l’intelligenza? Perché l’intelligenza non si può osservare direttamente ma solo dedurla.

Ci sono mandrie che tentano di lottare con le intelligenze altrui senza neanche capire che si stanno schiantando?

Ecco, questa è la domanda. Perché non ci arrivano, cioè non sono abbastanza intelligenti da capirlo. Cioè non sono abbastanza intelligenti. Capire e intelligenza considera che possono essere considerati sinonimi. Se proprio dobbiamo partire dalla parola, la parola viene dal latino e significa CAPIRE. Cioè uno intelligente è uno che capisce.

E quindi, ci vogliamo raccontare cos’è l’intelligenza davvero?

Ma noi partiamo da un po’ prima. Così ci capiamo ancora meglio.

Rilassati, non ti sto dicendo che sono più intelligente di te e neanche che tu sei cretino. Sto dicendo che ognuno di noi può essere intelligente o essere cretino e questo dipende da quello che facciamo. Ognuno di noi pertanto è potenzialmente intelligente o potenzialmente cretino. Sempre? No. Ma quasi. Cioè mediamente si.

Tutti gli organismi viventi possono esprimere quote e livelli di intelligenza: Anche le piante.

Lasciamo stare la poesia è definiamo l’intelligenza come:

la capacità dell’organismo di saper sopravvivere, adattandosi al contesto perché capace di riconoscere problemi e agire soluzioni utili nel più lungo termine possibile.

Questa definizione non lo so esiste esattamente così, in ogni caso  come l’ho detta ora mi piace, rende l’idea ed è abbastanza generalizzabile.

Le parole che devi ricordare sono quindi, problemi, soluzioni, contesto e sopravvivere.

L’istruzione primaria della vita, quella che ogni organismo vivente ha scritto a fuoco nel suo DNA è sopravvivi. Se sopravvivi magari puoi prendere in considerazione anche la possibilità di riprodurti e quindi trasmettere a qualcun altro quest’istruzione attraverso la vita.

Ma sopravvivere dove? Nel contesto. Ogni contesto è diverso. Prima sono stati diversissimi, oggi sono sempre più uguali, soprattutto quelli a base culturale, cioè i contesti non naturali. La giungla è un contesto naturale, le città sono contesti prevalentemente culturali, cioè fatti oltre che di fiumi anche di norme, valori e artefatti di ogni genere.

Sulla cultura ci faremo un video a parte. Ora me l’appunto.

Più l’organismo è complesso più è capace di adattarsi al contesto modificandolo.

Ad esempio le piante sono intelligenti? Si. Perché riconoscono problemi e li risolvono. E lo fanno senza pensare. Cioè le istruzioni e le informazioni che gli servono a fare sta cosa sono tutte nel loro DNA. Non hanno bisogno di impararle. Ci nascono.

Ho le radici sottoterra, le radici percepiscono umidità da una parte (problema), le radici vanno da quella parte (soluzione). Sopravvivenza al contesto.

I conigli  invece sono un po’ più intelligenti delle piante perché oltre a percepire il contesto, possono anche memorizzarlo e prestarvi attenzione riconoscendo e dando priorità ai problemi per trovare soluzioni gerarchicamente più importanti.

Se io sono un coniglio che ha sete, mi muovo per cercare l’acqua ma dopo che l’ho trovata memorizzo dove si trova, così la prossima volta ci vado subito. Ma se la prossima volta che ho sete mentre sto per bere vedo muovere il cespuglio e so che dietro potrebbe esserci una volpe che faccio, bevo o scappo? Scappo.

Prima devo sopravvivere a meno che non sto proprio morendo di sete e manco posso correre che sono totalmente disidratato. Se poi affino la mia intelligenza posso pure capire che se vedo una volpe mentre ho sete non necessariamente devo scappare perché potrei accorgermi che la volpe ha la pancia piena e che quindi è già sazia.

Assurdo, praticamente sta cosa potrebbe già farci capire perché alcuni commercianti bevono anche se c’è la volpe. E se dico volpe, intendo dire Volpe.

Comunque, siamo qui per parlare di intelligenza perché ad un certo punto dovremmo capire che non tutti siamo intelligenti allo stesso modo anche se lo crediamo.

Siamo intelligenti se sappiamo riconoscere e descrivere il contesto reale senza accettare automaticamente il contesto che la nostra mente si suggerisce come vero.

I problemi di noi esseri umani non sono semplici e lineari ma complessi e multifattoriali.

Di conseguenza le soluzioni non possono essere slogan fai a e risolvi b, perché magari fai A e causi un altro problema C.

Ecco, l’intelligenza è pertanto quella capacità di saper prima di tutto descrivere, approfondire, scomporre e prevedere il problema A. più lo scomponiamo e più lo approfondiamo più siamo intelligenti.

E sta cosa la sappiamo fare tutti allo stesso modo? Assolutamente No! Ognuno di noi la sa fare meglio o peggio sulla base delle informazioni possedute circa quel problema (fenomeno) che si sta presentando.

Un comportamento intelligente è comunque quello di riconoscere questa cosa, cioè non conosco abbastanza la problematica e la si approfondisce, anziché sparare altre fesserie.

Anche se ne so poco e approfondisco davvero sono intelligente, se manco capisco che non ne capisco niente, ma penso di saperne abbastanza e quindi anziché approfondire parlo, allora non sono intelligente.

La fregatura di questi giorni sapete qual è? che le persone credono di approfondire per parole chiavi. Leggono due righe sui vaccini, esperti di vaccini, leggono due righe di vitamina D, esperti di biologia, leggono due righe su Dio? Tutti profeti.

Non funziona così, questo non esprime intelligenza. Per questo ognuno di noi vede cretini in giro e poi magari fa la stessa cosa sentendosi intelligente.

Ma, facciamo finta che abbiamo le stesse informazioni? Basta avere le stesse informazioni per essere intelligenti uguali? Neanche questo basta. Facciamo finta che io e te impariamo a giocare a scacchi oggi perché qualcuno ce lo spiega. Noi due impariamo le regole con tempi diversi e con livelli di consapevolezza diversi. Quindi a parità di istruzioni ricevute giocheremmo a scacchi in modo diverso. Alla fine uno dei due vincerà la partita, cioè troverà la soluzione migliore a parità di informazioni ricevute. Ecco, uno dei due sarà più intelligente dell’altro. Magari però l’altro approfondisce, si allena, cerca nuove soluzioni, ci perde tempo e diventa campione del mondo anche se ha perso la prima partita. Hai capito cos’è l’intelligenza? Questo. Per questo l’intelligenza si può allenare e cambia nel tempo. Ognuno di noi può allenare la propria intelligenza e svilupparla, inutile che ti dico come. Ci siamo capiti. Spero.

Ma sta cosa vale per tutti? Neanche. La nostra intelligenza è influenzata anche da altre cose. Prima di tutto dalla nostra predisposizione genetica. Qualcuno nasce meno intelligente e predisposto ad esserlo meno. Qualcuno invece subisce degli incidenti che danneggiano l’intelligenza. Qualcun altro ancora nei primi anni di vita non vive un contesto stimolante, risolutivo, ecc…ecc… e quindi parte svantaggiato. Ecc… ecc…

Ad esempio se nasci nella jungla in mezzo ai lupi e ti trovano a 40 anni, a 40 anni non puoi imparare a parlare. Forse impari a dire acqua. Ma dire acqua non significa parlare.

Dire acqua significa esprimere un comportamento semplice per soddisfare un bisogno elementare.

Se la storia di tarzan fosse vera, Tarzan sarebbe una persona intelligente nella jungla perché avrebbe imparato a sopravvivere li, ma un perfetto cretino tra le nostre strade.

E con questo ci ricolleghiamo ai vari tipi di intelligenza che sono stati indentificati dagli studiosi. Ma questo non significa che possiamo dire: “ah io ho una spiccata intelligenza artistica musicale quindi sono una persona intelligente”. Non c’entra niente.

Ah, una cosa.

La nostra emotività può compromettere la nostra intelligenza.

Lo stiamo osservando ancora di più in questi giorni. A parità di informazioni e di abilità possiamo avere comportamenti totalmente diversi se interviene la nostra emotività. La nostra emotività è progettata anche per farci agire in fretta per farci sopravvivere.

Significa che quando viviamo un problema che percepiamo importante e che non ci lascia tempo per  accendere il cervello e riflettere agiamo emotivamente subito. Nella jungla funzionava così. Ma non viviamo più nella jungla, per questo i comportamenti impulsivi, oggi molto spesso, producono più danni che vantaggi nel lungo termine.

La nostra emotività non è progettata per trovare soluzioni utili nel lungo termine ma per trovare soluzioni utili subito.

Quando reagiamo emotivamente non importa se spariamo fesserie, importa che quello che facciamo ci fa sopravvivere e stare meglio subito. Ed è giusto che sia così. Emergenza percepita vuole soluzione immediata e utile subito. Magari nel lungo termine mi stronca, però intanto rimango vivo ora.

Ma qua apriamo discorsi infiniti, quindi Ciao.