Ansia e Paura di perdere il controllo?
Eccomi, l’avevo promesso più volte e lo facciamo stavolta.
Parliamo di quando la percezione di un basso controllo sulle cose può farci provare ansia.
Cioè, parliamo di quando siamo ansiosi perché crediamo che non abbiamo il controllo delle cose.
Insomma ci siamo capiti. Non lo so come posso dirlo bene. Cioè se lo dico bene forse non ci capiamo e quindi lo direi male.
Tu, di cosa hai paura? Di cosa hai paura davvero? Te lo dico io. Anche perché sono le stesse cose di cui ho paura io. Di queste cose abbiamo paura tu, io e tutti gli altri. Abbiamo paura di queste cose perché sono scritte nel nostro DNA, tutti abbiamo paura delle cose che sto per dirti, chi più chi meno e con le opportune sfumature.
Del buio, delle altezze, del rumore e delle cose veloci e imprevedibili.
Ricordati che prima di essere diventati persone siamo stati prima vermi e poi scimmie, la nostra specie è sopravvissuta perché si spaventava e le persone che si spaventavano di queste cose avevano maggiori probabilità di sopravvivere e quindi di fare figli che avrebbero avuto le stesse paura.
Le paure di tutti:
- buio, di notte era meglio stare dentro la caverna e magari con un fuoco acceso;
- altezze, non sappiamo volare, davanti ad un precipizio meglio che torniamo indietro;
- rumore, meglio non avvicinarci se sentiamo un botto e un ruggito;
- cose di cui non possiamo prevedere abbastanza bene il movimento perché potrebbero attaccarci e manco ce ne accorgiamo.
Per questo abbiamo paura degli scarafaggi ed in più ci fanno schifo. Sono veloci e si muovono a muzzo.
Altre paure geneticamente determinate potrebbero essere quelle degli spazi ristretti, della solitudine, ecc… ecc… ce ne sono sicuramente altre, ma dobbiamo parlare di altre cose.
Cos’hanno in comune tutte queste paure geneticamente determinate?
Genetiche significa che nasciamo predisposti a spaventarci per queste cose e non serve così tanto che i nostri genitori ci dicano, stai attento non ti buttare perché non sai volare. Genetica significa che i bambini ad un certo punto capiscono da soli che è meglio stare lontani dai burroni, e che piangono al buio anche se non hanno mai visto il lupo nero.
Queste paure hanno in comune un basso livello del controllo percepito.
In tutte quelle situazioni li, ognuno di noi capisce che ha meno controllo di quello che sta succedendo e che potrebbe succedere.
Se provo a scendere da un burrone e faccio un piccolo errore nel mettere il piede non avrò una secondo possibilità, sono morto. Al buio, non lo so se qualcosa sta entrando senza farsi sentire per sbranarmi, ecc… ecc…
Praticamente ognuno di noi, fin da quando comincia a sviluppare la propria intelligenza piano piano sa che è meglio avere il controllo del mondo ed è meglio evitare di non averlo.
La nostra mente costantemente valuta quello che c’è ed in automatico fa valutazione di rischi e opportunità.
Ti racconterei una cosa assurda ma rischio di andare a parlare di un’altra cosa. Va bene, ok, te la racconto. No, la prossima volta se no complichiamo le cose.
Torniamo a noi, la nostra mente quindi è una macchina che ha solo uno scopo. Tenerci in vita nel miglior modo possibile. Il resto è poesia. Per fare questo usa solo una cosa la sua intelligenza.
L’intelligenza fa sintesi di tutte le funzioni della nostra mente, percezione, attenzione, memoria, linguaggio, emotività, pensiero, ecc…
In poche parole monitora costantemente il nostro stato attuale, come stiamo, cosa sappiamo, cosa sappiamo fare, chi siamo, cosa vogliamo e lo mette in relazione con le condizioni esterne: che succede fuori, cosa potrebbe succedere, cosa vogliono da me.
Quando pensiamo che bene o male le cose sono apposto allora siamo abbastanza tranquilli perché le cose sono più o meno sotto il nostro controllo. Praticamente penso che sono abbastanza in grado di tenermi in vita decentemente con quello che so fare e che il mondo mi richiede.
Se invece penso che il corpo che mi ritrovo non è decente, che quello che so fare non basta e che il mondo sta andando a cachì allora comincio a pensare che è tutto fuori controllo e vado in tilt.
La mia ansia diventa un problema: un problema serio.
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E così facile? No, non è così facile, se bastasse questo non sarebbe difficile risolvere le camurrie. Cioè basterebbe avere un piano che sistemi le cose e sarebbe tutto risolto. Il problema vero è che certe volte la nostra mente non risponde ai fatti ma all’interpretazione dei fatti e l’umanità ha un vizio bruttissimo si sopravvaluta o si sottovaluta. O crede di essere l’organismo vivente più importante nell’universo o crede di essere solo lo sputo di una stella. La via di mezzo qual è.
Quindi, cosa fanno solitamente le persone per ridurre la loro ansia di fronte all’assenza di controllo percepita? Non fanno. Non fare è il miglior modo per ridurre i rischi e ottimizzare i benefici. Magari qualcuno si prenderà cura di noi tenendoci in vita. Ma quanto funziona questa cosa? Poco. Funziona poco. Anche perché decidendo di non fare ci sarà qualcuno o qualcuna che deciderà per noi e li il controllo lo perdiamo sempre di più, no sempre di meno.
Cominciare a decidere è quindi la prima cosa. Consideriamo che non si può smettere di decidere. Questa cosa è una falsa credenza. Quando mia moglie mi prepara il pranzo senza chiedermi cosa vorrei mangiare è vero che lo decide lei cosa cucinare ma è anche vero che sono io che ho deciso di non decidere cosa voglio mangiare. Semplicemente mi fido di lei.
Ecco, stiamo parlando di un’altra cosa chiave, anche perché…
spesso controllo percepito e fiducia attribuita agli altri vanno di pari passo.
Comunque, poi ne parliamo. Se decido che cucina mia moglie in che modo posso decidere cosa mangiare?
Stiamo parlando di cucinare, ma quando dico cucinare, dico cucinare. Posso obbligarla a cucinare quello che dico io? Perché si e perché no? Io so solo una cosa, che se voglio i carciofi impanati e fritti me li devo fare da solo e quando li faccio li faccio per tutti.