Cos’è la felicità? Perchè alcuni sono felici?

i 5 comportamenti per esserlo davvero.

La felicità non esiste. Quando ero più giovane forse, anche io l’avrò detto troppe volte. Adesso, non sono ancora vecchio ma sinceramente non lo dico più. Dire che la felicità non esiste è una stupidaggine.  È altrettanto inutile dire che si sono persone felici in quanto tali, o perché hanno tutto,  esattamente come è riduttivo dire che ci sono persone depresse per il semplice fatto che gli “è venuta la depressione”. Essere felici significa vivere prevalentemente emozioni positive. Essere depressi significa vivere prevalentemente emozioni negative. Le emozioni però non vengono come un raffreddore, sono determinate da quello che facciamo e da quello che pensiamo di noi stessi, del mondo e degli altri.

Certe volte le persone mi dicono: “la felicità è una cazzata. Nessuno è davvero felice”. Purtroppo non è vero. Quando, insieme, capiamo che non è vero, all’inizio ci si sente ancora più feriti e falliti ma questo è importante per ritrovare nuovi slanci e nuove motivazioni. La verità è che è possibile essere felici, ovvero vivere emozioni positive reali e sentimenti di benessere a lungo termine.

È vero comunque che la felicità non è eterna. Non è uno stato che una volta raggiunto dura per sempre. È davvero più facile essere tristi che essere felici. Per essere tristi basta non fare, per provare gioie invece bisogna fare qualcosa e come se non bastasse a quel qualcosa ci abituiamo e dopo poco non ci basta più: ad un certo punto dobbiamo fare o avere qualcos’altro.

Ci sono inoltre persone che provano gioia non quando riescono loro in qualcosa, ma quando gli altri falliscono in qualcosa, ma questo in un’altra puntata: quando parleremo dell’invidia.

Stavolta ci concentriamo su come possiamo essere felici noi e grazie a noi.

Alcuni psicologi di questo pianeta si passano il tempo a studiare le persone felici. Si chiedono, cos’è la felicità? Quando le persone sono felici? Cosa fanno le persone felici? Ecc…

Il più famoso di tutti questi è sicuramente Martin Seligman, uno psicologo Americano.

Lo cito per un motivo. Ancora, per molti, nell’immaginario collettivo gli psicologi sono quelli che studiano le persone che stanno male. Gli psicologi invece studiano tutti i tipi di persone e tutti i loro comportamenti. Soprattutto lo fanno in modo scientifico: ipotizzano, osservano, sperimentano, descrivono, mettono in relazione variabili e prevedono.

Gli psicologi è da un po’ che conoscono la differenza tra stare bene e stare meno male.

Quindi torniamo a noi.

Per stare meno male basta guardare la tv o prendere una pillola, ma cosa fanno le persone che stanno bene e vivono condizioni di benessere diffuso?

Le ricerche ci dicono che queste persone fanno fondamentalmente 5 cose.

La prima è banalissima. Lo sanno tutti.

  • Le persone felici fanno cose piacevoli per loro;

Facile. Non c’è una cosa che vale per tutti. Basta sapere che non posso essere felice se non faccio cose che mi piacciono anche senza motivo e senza valore. A me piace suonare. Quando suono ho gioia. Per te potrebbe essere ballare, truccarti, cantare, abbronzarti, guardare le partite in tv. Insomma qualsiasi cosa. Non lo so. Per questo quelli scarsi parlano di danza terapia, ippoterapia, pizza terapia, ecc… In poche parole è “terapeutico tutto quello che ci piace fare” per il semplice motivo che lo facciamo, mentre lo facciamo.

Questo però non basta. Non possiamo passare la nostra vita a fare cose “effimere”. Non saremmo davvero felici in modo complesso e duraturo ma rincorreremmo sempre la “felicità”.

E quindi importante…

  • Fare attività gratificanti;

Le attività gratificanti sono tutte quelle attività che magari mentre le facciamo ci rompiamo le scatole: lavorare, andare in palestra, seguire una dieta, cucinare, …, tutte quelle attività che però quando le finiamo ci sentiamo meglio e fieri di noi. La gratificazione è quella sensazione piacevole determinata dalla percezione che i nostri comportamenti stanno andando verso la direzione giusta ed utile.

Le attività da gratificazione non sono più utili delle attività da piacere effimero. Sono utili allo stesso modo. Solo con le attività da gratificazioni ci mancherebbe quel pezzo di vita da cazzeggio, la spensieratezza, il sorriso e la semplicità.

A proposito di semplicità, essere persone semplici non è una giustificazione. Oggi, forse troppo, essere è quasi diventata una giustificazione morale. Nell’accezione di semplice si nasconde sempre una velata frustrazione e una condanna “morale” verso le persone che “semplici” non sono.

Personalmente amo la semplicità e ritengo di essere una persona semplice. Sono così semplice che come tutti, solo con questi due tipi di comportamenti mi annoierei, per questo per essere felice mi servono anche i comportamenti del terzo tipo:

  • Comportamenti che raggiungono risultati oggettivi;

le persone per costruire la loro felicità hanno bisogno di raggiungere risultati. Finire percorsi di formazione, essere promossi sul lavoro, vincere un premio, finire la dieta, vincere una gara, ecc…

Queste attività sono fondamentali perché giustificano davvero le nostre frustrazioni ed i nostri sacrifici. È nella natura delle persone.

Ad un certo punto, quando le persone riescono a godere dei loro successi, hanno però bisogno di portare la loro felicità ad un livello più alto. Le sensazioni piacevoli sono come una droga, e quando si entra nel circolo del piacere è un po’ come entrare nel baratro della tristezza prima e della depressione dopo.

Ad un certo punto le persone capiscono quindi che per consolidare la loro felicità, devono:

  • Dare un senso a quello che fanno;

Posso essere il miglior calciatore del mondo, posso vincere la champions legue ed essere super pagato, se però non do un nobile senso a quello che faccio, allora comincio a rattristarmi e chiedermi: “ma tutto questo a che serve”. Il modo più semplice e forse più utile per dare senso a quello che facciamo è quello di essere utile agli altri. Per questo ad un certo punto le persone fanno “opere di bene”, beneficenza, volontariato, ecc…

Non sono le religioni, è scritto nel DNA di tutti gli esseri umani non psicopatici. Per stare davvero bene dobbiamo fare del bene. È più forte di noi. Per questo motivo sentiamo: “Bill Gates va in Africa a costruire di tutto”; “medico super affermato va in Africa a lavorare Gratis”; ecc…ecc…

In ultimo, ma forse il più importante è che la maggior parte delle persone di questo mondo, non possono essere felici se sono sole. La cosa più importante per essere felici è quindi:

  • Stare con gli altri e condividere le proprie gioie.

Ci tengo a precisare che questo contributo non è una minchiatina. Questa estrema sintesi è il risultato di anni di ricerche serie. Possono sembrare banalità e forse per molti banalità lo sono. Ma quanti ancora dicono che la felicità non esiste, che la vita è inutile, ecc… ecc…

Ognuno può costruire la propria felicità con le proprie attività. Non si discute la necessità di cambiare il mondo. Cambiare il mondo non serve per essere felici e nemmeno diventare ricchi.

Ognuno di noi può fisiologicamente trovare il proprio benessere con le proprie attività e le proprie potenzialità. Stare bene è possibile. Dire: “la felicità non esiste” è falso e non è neanche più consolatorio.

Quello che dovremmo tutti noi dirci è: “essere felici è possibile. Ho questa vita. Mi va di provare ad essere felice? Cosa posso fare per esserlo?”.

Alla fine moriremo lo stesso e per come la vedo io, è proprio per questo che non avrò una seconda possibilità.

È solo Rock n Roll

 

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