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allora:

Cosa significa integrazione sociale?

Nell’accezione comune, alla parola, accostiamo i migranti e la necessità che vadano d’accordo con chi migrante non è: praticamente con gli autoctoni.

Se lo chiedo agli autoctoni la risposta potrebbe essere sintetizzata in: “l’integrazione serve agli immigrati, perché si devono integrare”.

Ma che risposta è. Anche quando faccio la stessa domanda ai migranti la risposta non è precisa, anzi, a volte la risposta è un semplice silenzio. Però, non c’è nessuno che ammette di non aver mai sentito la parola. Tutti sanno che devono integrarsi. Ma che significa? E come si fa?

Allora, chiariamo subito che l’integrazione non avviene tra le persone.

Chiariamo inoltre che l’integrazione non riguarda solo le persone che sono nate in nazioni diverse da quella che abitano.

L’integrazione è un fenomeno che riguarda ognuno di noi e che prevede l’interazione non tra noi e gli altri ma tra noi e la società.

Quello che dico sempre è:

 “l’integrazione necessità di due ingredienti. Solo due. No dieci o mille. Questi due ingredienti sono la società e te”.

Se un bianco e un nero vanno d’accordo non sono integrati, potrebbero essere amici così come due bianchi che vivono i margini della società.

Integrazione sociale non significa nemmeno rispettare passivamente la legge senza condividerla. In quel caso si è sottomessi alla società. Una persona davvero integrata è nella condizione di poter cambiare la legge.

L’integrazione sociale è quell’insieme di processi che rendono gli individui membri di una società. Se gli ingredienti o i pezzi sono funzionalmente complementari allora possono integrarsi. Se non sono complementari allora non possono.

Ognuno di noi decide inconsapevolmente se vuole integrarsi nella società che abita. Più la società è facilitante maggiori saranno le possibilità di integrarsi con il minimo sforzo. Se la società non favorisce il processo ma piuttosto lo ostacola avremo maggiori difficoltà ad integrarci e lo sforzo che ci verrà richiesto sarà maggiore.

Se persone e società non sono complementari allora i potenziali esiti di una mancata integrazione saranno tre:

  • Abitare la società ai suoi margini;
  • Abbandonare la società per cercarne una nuova;
  • Essere ufficialmente disapprovati e per questo venirne sanzionati dove nei casi più estremi la sanzione è la pena capitale.

Una società è facilitante quando soddisfa i nostri bisogni senza richiedere particolare impegno da parte nostra perché magari dispone di risorse notevoli ed in eccesso.

I valori condivisi rendono complementari individui e società.

Qual è la differenza tra un’organizzazione lavorativa, un’azienda, e un’organizzazione sociale che chiamiamo società o comunità? Un’organizzazione lavorativa condivide, tra i suoi membri, obiettivi e risultati più o meno espliciti. Un’organizzazione sociale condivide valori. All’interno di una società possono convivere più comunità che non contrastano eccessivamente con i valori sociali di base. Nelle comunità i valori diventano più specifici.

I valori sono definiti come convinzioni e credenze in virtù delle quali una persona ritiene giusto o sbagliato agire in un modo piuttosto che in un altro.

I valori non sono altro che i primi artefatti culturali e strumentali che utilizziamo per sopravvivere.

Gli esseri umani a differenza degli altri animali, nel loro percorso evolutivo, non hanno sviluppato ali, artigli o denti a sciabola per sopravvivere e adattarsi. Gli esseri umani per sopravvivere nei contesti naturali hanno sviluppato la capacità di modificare gli stessi. In poche parole hanno abbandonato i contesti naturali per abitare contesti culturali.

Fondamentalmente, i valori sono istruzioni comportamentali di base appresi nei primi anni di vita.

Faccio sempre un esempio. In passato, in Sicilia per sopravvivere, dovevi denunciare le estorsioni o assecondarle?

Se denunciavi morivi se pagavi sopravvivevi.

Il valore prevalentemente agito era quindi l’omertà, non la legalità che rimaneva solo dichiarato.

I valori inoltre sono le cose che sentiamo davvero importanti per noi. Ciò a cui affidiamo la nostra vita e attraverso gli stessi gli attribuiamo significato: la famiglia, la religione, la libertà, la conoscenza, ecc…

I valori ci agganciano e ci danno una direzione.

Quando nei colloqui di supporto e di trattamento psicologico, bisogna condividere con i clienti un percorso, è necessario per questo riconoscere valori ed obiettivi.

A questo punto qualcuno si confonde e chiede la differenza.

È facilissima capirla in questo modo: “immagina che andare verso un valore significa andare verso est o ovest. Conosciamo la direzione ma potremmo proseguire all’infinito. Un obiettivo invece è come andare a nord o a sud. Prima o poi si raggiunge il polo ed è necessario perseguire altri traguardi.

In poche parole, non può esserci davvero integrazione se non c’è condivisione di valori. Lo stesso avviene all’interno della stessa società quando più comunità entrano in conflitto tra loro.

Un aspetto positivo delle società occidentali moderne è che i valori sono aperti ed elastici. Se pur definiti permettono un alto livello di permeabilità e modificazione accogliendo molteplici comunità.

La tendenza generale è quella di condividere valori sovrastrutturati nobili in cui ogni comunità riesce ad organizzare ed inserire i propri.

Ad esempio: la famiglia è un valore, ma a prescindere dalle tradizioni che tenderebbero ad irrigidirla, siccome la libertà d’espressione è un valore più importante, la famiglia rimane importante ma è più importante che tu te la faccia come meglio credi.

Una società detta le istruzioni comportamentali attraverso le sue norme.

Le norme sono vere e proprie regole o istruzioni per integrarsi. Ogni regola è giusta quando presidia valori condivisi nella società: altrimenti viene percepita come inutile.

Ogni norma può essere d’uso, morale o giuridica.

Una regola è d’uso quando “si fa così” ma se viene trasgredita al massimo suscita ilarità o scherno. Se metto le scarpe di due colori diversi che fai? Al massimo ridi e mi prendi in giro.

Così come avviene con i bengalesi che non hanno ancora capito la differenza tra vestiti casual e pigiama.

Se una norma invece è utile perché disapprova comportamenti che danneggiano  la vita allora può essere sanzionata moralmente o giuridicamente.

Il confine tra queste due sanzioni è ciò che rende le società più o meno libere. I valori presidiati sono sempre in discussione e secolarizzati. Chiamiamo questo processo “modernità”.

Ciò che era condannato oggi non lo sarà più domani se la società comprende che piuttosto che procurare benessere diffuso, in realtà abbassa la qualità della vita dei suoi abitanti.

Non dobbiamo trascurare che anche le società possono morire e la storia ce ne ricorda tantissime. Quando le norme acquisiscono spessore morale, potrebbero pure non essere giuridicamente sanzionate, ma è più probabile che vengano rispettate perché al trasgressore genererebbe una forte vergogna.

La vergogna è la paura di essere disapprovati.

Ad esempio mettere la cintura in auto è giuridicamente vincolato ma le persone continuano a non mettere la cintura perché non ha assunto spessore morale.

Oppure il problema di gettare la spazzatura per strada.

A volte alcuni comportamenti sono motivati solo dalla paura di poter essere sanzionati e non perché ne percepiamo il Valore.

Quando il Valore presidiato non è condiviso allora quella regola o legge è inutile. Sarebbe più opportuno sensibilizzare al valore piuttosto che mettere una legge. Ad esempio come nel caso di infibulazione dei genitali femminili in Egitto, dove il governo ha proibito le mutilazioni ma le persone continuano a praticarla.

I valori servono pure a stabilire in che modo il potere e le risorse devono essere gestite, distribuite e trasferite tra gli abitanti di una società. Per questo la democrazia esprime il Valore dell’uguaglianza e della partecipazione.

Essere integrati vuol dire quindi essere membro di una società affinché migliorandola se ne possa essere migliorati. Una società che funziona migliora la vita dei suoi membri perché i suoi membri migliorano la società. La creazione di valore e di Valori è circolare e reciproca.

 

Lo so, ancora c’è la parte noiosa, poi arriva il bello. Senza sapere queste cose però non potrebbe essere compreso quello che ci diremo dopo. Da cosa è ostacolata l’inclusione? Da cosa è favorita? come si manipola? come si influenza? Cosa possiamo fare noi? Cosa possono fare loro?

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