Si stava meglio quando si stava peggio?

Solo per la nostra mente. Ma sappiamo che la nostra mente ci frega. Basta ricordarsi perché è un contenitore di min****te, rileggendo questo.

Hai mai pensato di essere nato nel periodo storico sbagliato o nel posto sbagliato?

Io sinceramente mi stupisco quando le persone dicono: “no, perché prima era… e si poteva…”.

Molte persone hanno la tendenza ad idealizzare tempi che ormai sono superati e non torneranno più. Per non parlare di tutte quelle persone che idealizzano altre persone sulla base di frasette pronunciate come se le frasette cambiassero il mondo o chissà quali risultati abbiano ottenuto.  Probabilmente fra 40 anni ci sarà qualcuno che ci ricorderà le frasi ad effetto di Renzi e Berlusconi dicendo: “quando c’era lui… senti che aveva detto”. È facile fare retorica. Troppo facile. Tutto ciò serve di fatto a trovare facili rassicurazioni e a gestire momentaneamente le nostre frustrazioni e i nostri stati emotivi spiacevoli.

Ma se dicessi che sono un mago e ti do la possibilità di farti vivere in un tempo passato a tuo piacimento, accetteresti? In uno schiocco di dita posso farti vivere nell 800, nel 1300, prima della anno zero, nel 1930 come molti vorrebbero fare, accetteresti? Sei sicuro? Puoi scegliere l’anno ma non puoi scegliere nient’altro, né la famiglia, né il posto, accetti? Il resto è scelto dal caso.

Ok, e se ti faccio scegliere pure il posto, accetti?

In realtà non è mai esistito momento migliore nella storia dell’umanità per vivere che questo.

La realtà è ben diversa da quella che tutti credono. Da quando i primi esseri umani hanno cominciato ad abitare questo pianeta hanno sempre dovuto far i conti con carestie, pestilenze e guerre.

Tutto quello che oggi diamo per scontato fino a 70 anni fa non lo era per nessun popolo ed in nessun posto in questo pianeta… e non lo era mai stato.

Sembra assurdo.

Da sempre le persone mettevano in conto che nella propria vita avrebbero affrontato qualche tipo di carestia. Bastava un’inondazione e addio provviste. La malnutrizione e la carenza alimentare se non eri un nobile delle più importanti nazioni d’Europa era prassi. Oggi sai che non è più così. Ma manco ci fai caso.

Per non parlare delle pestilenze. Molti bambini morivano prima di fare 10 anni, era normale ed era destino. Oggi quando succede se ne parla al telegiornale e non è per colpa del fato. Sappiamo perché succede ed eventualmente a chi dare la colpa. Non certo a Dio.

E le guerre? Tutti prima o poi andavano in guerra. E se per botta di fortuna non ci andavi tu ci sarebbe andato tuo figlio. Ti piace l’idea?

Oggi invece tra le preoccupazioni principali. di almeno questa parte di mondo, c’è il non mangiare troppo. Abbiamo scoperto che lo zucchero uccide più della fame. Per non parlare delle pestilenze. Siamo così abituati all’assenza di malattia che ci sono persone che dicono che i vaccini uccidono. Il colmo dei colmi. E le guerre? Andare in guerra prima di tutto non si sceglieva. Si andava e basta e in più si andava sapendo che probabilmente non si sarebbe tornati. Oggi andare in guerra è quasi un capriccio: “si, mi faccio la missione, ci vediamo fra 3 mesi”; come se fosse un qualsiasi lavoro d’ufficio.

Naturalmente quando qualcosa va storto ci sciocchiamo e gridiamo allo scandalo. E certo, carestie, pestilenze e guerre non esistono più. Se qualcuno muore di fame è colpa di qualcuno. Se in guerra si muore si è eroi. E se si muore di malattia ce la siamo andati a cercare.

Sono stato volontariamente sarcastico. Non parliamo di eccezioni. Parliamo di normalità. Eppure molti si dichiarano infelici. Molti vorrebbero essere nati quando si stava meglio. Ma quand’è che si stava meglio? Vuoi accettare la mia proposta? Davvero vorresti esser nato in un altro periodo?

La verità è che per quanto il nostro tempo possa esser percepito da qualcuno come “brutto”, è solo perché si sono sensibilmente alzati gli standard e i punti di riferimento.

Ok, i livelli di disoccupazione in Italia oggi sono altissimi. Ma consideriamo che molto probabilmente la maggior parte delle persone senza lavoro, oggi possono tranquillamente rimanere sul divano e fare i conti con la propria frustrazione. 100 anni fa a quest’ora le stesse persone, anziché leggere questo contributo, erano a lavorare duro e di fatica in qualche campo sperduto chissà dove e chissà per quanto tempo per poi mangiare comunque patate.

Tutto quello che oggi molti criticano, macro nazioni, partenariati tra nazioni (europa), macro economie globalizzate, evoluzioni tecnologiche, ecc… hanno permesso tutto questo. Qualcuno vuole seriamente tornare indietro?

Io credo che sarebbe meglio cominciare a costruire una società planetaria fatta di comunità. Anche perché ormai casa nostra non è più la “patria” ma l’intero pianeta.

Fidati, non si stava meglio quando si stava peggio.

Ps. Mi hanno ispirato questo approfondimento di psicologia sociale cognitiva i libri di Yuval Noah Harari e di Steven Pinker. Se ti va di approfondire leggili.

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